Sorridente fuori, triste dentro
Ho ricevuto questa email, non firmata.
Una tristezza forte aleggia nel cuore di questa donna.
Una donne che pur di sfogarsi, decide di rivolgere a me, sconosciuta, le sue lacrime nascoste, i suoi pensieri più reconditi.
Sinceramente non capisco cosa l’abbia spinta a scrivere a me e non a un’altra, probabilmente sono un nominativo a caso, so solo che non potevo non pubblicare, almeno in parte, la sua email.
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"Basta una canzone a volte per portarti indietro nel tempo e farti pensare a ciò che è stata è e forse sarà la tua vita.
Basta collegare a quella canzone un commento letto su una pagina web.
Se pochi minuti prima sorridevi, felice dei risultati ottenuti nell’arco della tua vita, ti rendi conto, invece, di aver ottenuto ben poco!
Piccole illusioni, semplicemente piccoli soddisfazioni.
Casalinga frustrata, non per scelta ma per obbligo, scrivo come te su un blog, e mi chiedo perché lo faccio. Aspetto che ci siano dei cambiamenti, che un giorno arrivi quel tanto atteso cambiamento.
Mamma di due splendide bimbe, forse la mia unica vera soddisfazione.
Ho sempre dovuto dire si a tutti, per mancanza di spirito, per mancanza di coraggio, di forza alla ribellione.
Ecco perché scrivo nel mio blog. È l’unico posto, dove posso essere veramente me stessa, o quasi. Anche li mi nascondo, me ne rendo conto, dietro un paravento, dietro una sicurezza non mia, dietro alla consapevolezza che se mai, un giorno, mi si dovesse chiedere di farmi vedere, di mostrarmi al mondo intero, crollerebbe anche quel piccolo castello che mi sono creata in un blog, forse, visibile solo a me.
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Ma non m’importa. Con quel blog, io sono la regina, io decido, e nessuno mi dice o potrà mai dirmi cosa fare o cosa non fare.
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Se scrivo a te, invece che pubblicare tutto ciò nel mio piccolissimo blog è perché sono consapevole che, con queste parole, mi esporrei troppo, sarei vulnerabile, comparirebbe la donna insicura che è in me.
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Forse non puoi capire cosa si prova a sentirsi importante, forte, almeno qualche ora della tua vita. Sentire che ciò che fai in quelle 2 ore, sono frutto delle tue idee e non perché con la scusa dei favori, ti viene imposto, se non lo fai hai il peso addosso, le parole “va bene non importa” che ti cadono sulle spalle come macigni.
Così accadeva in quella casa di campagna, quando abitavo con i miei genitori, così capita in questo appartamento di città, adesso che sono sposata.
La mia vita è sempre stata uguale, nessuna differenza, apatica, un’illusione continua di sorrisi buttati al vento, sorrisi che avevano solo voglia di piangere, di fuggire lontano, di dimenticare…
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Quante volte ho desiderato chiudere gli occhi per non riaprirli.
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Chi non sa, chi non mi conosce, sicuramente giudicherà questo mio desiderio, un delirio, egoistico, senza senso.
Ma veramente può un perfetto sconosciuto giudicarmi per poche parole scritte su una mail?
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Leggo su Twitter i post dei tuoi dolci, dei tuoi pasticcini che virtualmente condividi e t’invidio, quanto t’invidio!
Immagino la tua vita felice e spensierata, poi però mi chiedo, sarà solo una parvenza, un modo per mascherare, come me, una vita per niente difficile?
Nel dubbio preferisco credere alla prima illusione, cercando di sognare, proprio come fanno i bambini, una vita spensierata, dove io sono l’unica vera padrona di me stessa.
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Se ho deciso di pubblicare le sue parole, evitando, volutamente alcune parti troppo delicate e a mio avviso che, chi conosce la persona, avrebbe potuto facilmente individuarla, è perché penso che ci siano moltissime persone che provano le stesse cose, che si sentono inutili, che si sentono succubi delle decisioni altrui.
Donne a cui manca la forza di ribellarsi gridando al mondo intero ESISTO ANCHE IO.
Non sono donne maltrattate, violentate fisicamente. Quella che subiscono è una violenza involontaria da parte di chi gli sta vicino, che senza rendersene conto pretendono da loro i salti mortali. Credono che debba fare tutto per loro. La scusa del te sei più brava, te sei capace, tu lo fai meglio, tu capisci, sai come muoverti, sono solo scuse.
Donne, ragazze, ribellatevi, ma non a chi vi sta vicino. NO! Ribellatevi a voi stesse, al vostro sentirvi inferiori, al vostro sentirvi come il brutto anatroccolo.
Vi siete fermate li nel limbo, dimenticandovi di aprire le ali al mondo, di dimostrare veramente che ci siete, che anche voi fate parte di questa società, che i vostri pensieri, le vostre opinioni contano esattamente come quelle degli altri.